lunedì 28 marzo 2011

Il pedaggio autostradale in Sicilia, Sinistra Ecologia e Libertà dice NO

L’assemblea pubblica di domenica 27 marzo 2011, promossa dall’amministrazione comunale di Caltavuturo, ha rotto il silenzio su un provvedimento del D.L. 78 del 31 maggio 2010 – Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e competitività economica - perfezionato con un D.P.C.M. con il quale è stata approvata la maggiorazione forfettaria o la nuova imposizione del pedaggio per autostrade e raccordi gestiti direttamente da ANAS s.p.a. ed è stato pubblicato l’elenco delle stazioni e dei raccordi interessati, tra questi ben 425 km, pari al 45% della rete siciliana, sono rappresentati dalla A19 Palermo- Catania e dalla A29 Palermo-Mazara del Vallo. Amministratori locali, cittadini, rappresentanti di associazioni di categoria e di partiti politici hanno manifestato tutte le loro preoccupazioni, legate ad un vero e proprio attacco al tessuto produttivo e sociale, particolarmente violento per le fasce deboli, non solo per gli effetti diretti sul maggior costo generalizzato del trasporto (persone e merci), gravato da questa iniqua tassazione (il cui introito, stimato in 315 mln di euro l’anno, verrà defalcato dai trasferimenti del governo all’ANAS, ergo non servirà nemmeno a migliorare le condizioni delle nostre autostrade, insicure e fuori da ogni standard normativo e tecnico…oltre il danno la beffa.), ma anche per gli effetti indiretti sull’inevitabile crollo del settore turistico. Per impedire l’applicazione del decreto e s.m.i. (l’ANAS ha già bandito la gara per attivare il sistema di pagamento con sistema free flow, senza caselli, ma con controllo dei varchi tramite telecamere e sistemi a radiofrequenza e microchip, previsto per il prossimo mese di maggio). Durante l’assemblea di Caltavuturo sono state individuate due percorsi di protesa: uno istituzionale, attraverso la costituzione di un comitato di sindaci, associazioni sindacali e di categoria che, dopo un primo documento da inviare a Prefetto, Presidente della Regione, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero dell’Economia e delle Finanze e la predisposizione di un ordine del giorno da far approvare a tutti i consigli comunali dei paesi siciliani danneggiati dal decreto (oltre 100 comuni, divisi in 5 province) si adopererà per promuovere un’azione legale, mirata al riconoscimento dell’illegittimità del provvedimento (alcune recenti sentenze del TAR del Lazio confermano questa tesi) ovvero una moratoria, subordinata ad un piano di investimenti che renda sicura la rete autostradale esistente, migliorando o creando un rete di viabilità secondaria alternativa fruibile. L’altra via, politica, voluta fortemente da Sinistra Ecologia e Libertà col suo coordinamento madonita, che vedrà impegnato il nostro partito, assieme al Pd e IdV per organizzare una massiva campagna di informazione, capace di creare una rete tra i cittadini, idealmente uniti dai nastri autostradali della A19 e della A29, per progettare e realizzare incisive forme di protesta (petizioni, documenti, giornate di protesta…), al fine di lavorare sinergicamente con le amministrazioni locali per “scuotere” enti ed istituzioni, svegliando anche la deputazione siciliana, per non permettere che questa ulteriore e ingiusta “tassa” del governo Berlusconi, svuoti le tasche, passando sopra la testa dei madoniti e dei siciliani.
Antonino Musca

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