Si chiude con una salvezza raggiunta per il rotto della cuffia la tribolata stagione del Caltavuturo.
Presidente cosa è successo al brillante Caltavuturo che ha sbalordito tutti nelle passate stagioni con due vittorie consecutive di campionato: dalla Seconda categoria alla Promozione?
“Nel calcio le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Abbiamo voluto dare un’ulteriore svolta alla nostra squadra-risponde Calogero Andolina- ingaggiando un tecnico di provata esperienza come Calogero Rio.
E poi, tanti nostro validi giovani sono andati via a cercare nuovi stimoli in altre società, primo fra tutti Totò Scilluffo, una punta che da solo costituiva il 50% del nostro potenziale, non solo offensivo, ma di tutta la squadra.
Senza nulla togliere al valore e all’esperienza di mister Rio, le cose non sono andate per il verso giusto-prosegue Lillo Andolina- e quando risultati non arrivavano è ormai prassi consolidata in questi casi, il primo a farne le spese è l’allenatore”.
Molti dei vostri tifosi vi hanno abbandonati e sono aumentati i disagi di dover giocare, praticamente sempre fuori casa, ospiti del Comunale di Castellana Sicula?
“È vero, il calcio è uguale in tutte le latitudini. I tifosi ti seguono quando tutto fila liscio, ma nel contempo pronti a contestare la squadra e abbandonarla al proprio destino alle prime difficoltà”.
Dopo l’abbandono di Calogero Rio, avete deciso per una soluzione interna.
“Sì, abbiamo, fortunatamente, fatto la scelta giusta, affidando la squadra a Antonello Di Vita, allenatore della nostra ottima squadra juniores. Il nuovo giovane tecnico ha ricostruito, soprattutto nel morale, la squadra e abbiamo ripreso a camminare spediti. È vero, la salvezza è arrivata ai playout, ma siamo contenti lo stesso.
Colgo l’occasione, a nome di tutta la dirigenza per ringraziare Antonello Di Vita e tutti i ragazzi per l’impegno profuso nelle ultime giornate di campionato. La prossima stagione? È ancora presto per fare programmi. Speriamo, comunque, di non ripetere gli errori del campionato appena andato in archivio”
Piero Ciccarelli
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