Sabato 5
gennaio, presso il caffè letterario Alter Ego di Caltavuturo, si è tenuta la
presentazione del libro “Pane e lavoro. Storie di Lotta per la terra”. Autore,
Antonino Musca, studente di Scienze Politiche, attivista e presidente del circolo Arci 20 Gennaio di
Caltavuturo.
Sono
intervenuti alla presentazione dell’opera Angelo Ficarra, segretario ANPI
Palermo e Umberto Di Maggio, coordinatore regionale di Libera. Nelle vesti di moderatore, il
giornalista Marcello Longo.
Antonino Musca, classe 1989, è alla sua prima pubblicazione.
La
presentazione del volume, nelle intenzioni dell’autore è voluta essere
propedeutica alla celebrazione del centoventesimo anniversario
della strage di Caltavuturo del 20 gennaio 1893, anno in cui 11 contadini di
ritorno da un’occupazione simbolica del demanio comunale, furono uccisi
dall’esercito regio, incitati dai gabellotti mafiosi, in una Sicilia in rivolta
con migliaia di contadini e operai aderenti ai Fasci Siciliani.
Quest’ultimo fu
un movimento che si proponeva il superamento delle inique condizioni dei
contratti agrari ell’epoca, la liberazione dal latifondo e richiedeva un miglioramento delle
condizioni di vita e maggiori diritti civili. Il movimento dei
Fasci Siciliani fu infine sedato dalle misure repressive del Generale Morra, al soldo del
Governo Crispi; centinaia furono in quel periodo i morti in Sicilia e migliaia
le persone arrestate o costrette al confino nelle isole minori.
L’autore che
dei Fasci Siciliani è uno studioso attento, sta attualmente collaborando ai
preparativi per la celebrazione nel ricordo della strage che si terrà il 19 e 20 febbraio
prossimo, con la partecipazione di Don Ciotti. Nel libro Musca mette in correlazione le lotte
dei contadini dell’epoca con le rivendicazioni dell’oppresso popolo saharawi, depredato delle terre e dei propri
diritti dal governo Marocchino e costretto a subire l’onta dell’isolamento a causa dell’innalzamento di un muro
esteso per 2700 km che lo ha confinato in uno dei territori più aridi
dell’Africa Nord-Occidentale.
Nel redigere
il testo, gli studi e le ricerche sui Fasci siciliani finiscono col mescolarsi
con l’esperienza dello scrittore, arricchita nel 2009 da una sua visita al campo profughi Saharawi
di Tindouf.
“Non sono
uno storico di mestiere o un professore universitario, afferma l’autore.
Sono solo uno studente impegnato che ha voluto dare un piccolo contributo alla
riscoperta del valore della memoria storica. Con questa piccola
pubblicazione non voglio rispondere a delle domande, ma voglio lanciare piccoli
spunti di riflessione per indurre i lettori a una consapevole lettura della
nostra storia, fornendo nuovi spunti di riflessione per un’attualizzazione di
quelle battaglie. In questi mesi ho curato questa piccola pubblicazione, come
una piccola creatura, ed oggi finalmente vede la luce. L’ho arricchita di
documenti e di testimonianze che, nel complesso formano una buona antologia della memoria. Con il ricavato dalla
vendita di questo libro verranno realizzati alcuni progetti a sostegno
del popolo saharawi. Perché in fondo questo libro è dedicato anche a loro”.
Salvatore Sciortino
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