L'occhio-obiettivo di Giancarlo Romana coglie frammenti di
paesaggio deturpato ora da oggetti che prima avevano avuto vita, perché
utilizzati dall'uomo per soddisfare le sue esigenze; ora da costruzioni che
avrebbero dovuto svolgere una propria funzione e che invece sono rimaste
in-finite o in-utilizzate.
Le foto, che in alcuni
scorci sembra siano state scattate a Kabul o a Tunisi, trasmettono una
sensazione di frustrante impotenza, di angoscioso abbandono e di tristezza
senza speranza.
Il paesaggio colpisce la
sensibilità di chi ha in mano la macchina fotografica al punto da voler a sua
volta trasmettere tali sensazioni a chi osserverà le immagini...
Piero Monteleone
Rocca di Sciara è certamente una delle più
piccole montagne che compongono le Madonie, perfino separata dalle sue “sorelle
maggiori” dal Fiume Grande, l’Imera. Questa sua distinzione morfologica le
conferisce anche alcune caratteristiche eccezionali sia dal punto di vista geologico che dal punto di
vista paesaggistico. Proprio a motivo della sua separazione, osservandola da
ciascuno dei quattro punti cardinali se ne possono avere varie immagini; la si
può scalare attraverso quattro diverse vie, e, guidati da esperti geologi, di
ogni versante si possono ammirare le sue straordinarie peculiarità geologiche:
grotte carsiche, diaspri, conglomerati, calcari di vari tipi, radiolariti... un
capolavoro naturale frutto di trasformazioni avvenute nell’arco di milioni di
anni. Per gli amanti della montagna Rocca di Sciara rappresenta un’attrazione
per ogni categoria di escursionista, dal dilettante all’esperto free-climber.
Uno dei sentieri più suggestivi è certamente
quello di contrada Rinzino. Varie essenze mediterranee pennellano di verde i
piccoli e grandi massi che costeggiano il primo tratto di sentiero, mentre il
profumo di piante aromatiche sorprende l’olfatto. E la fatica di chi si
arrampica riceve sollievo dallo spettacolo delle Madonie, dall’inattesa apparizione
del paese visto dall’alto...
Ma l’inizio del sentiero è quanto di più
mortificante possa esistere sulla faccia della terra. I segni ed i resti della
cava dismessa, sporcizie e rifiuti di ogni specie danno la misura di come e
quanto l’uomo sia capace di deturpare, inquinare e mortificare un ambiente
naturale. Questo contrasto tra il lato bello della natura e il lato peggiore
dell’incultura viene messo a fuoco dall’obiettivo del nostro concittadino
Giancarlo Romana. Troppo e per troppo tempo la contrada del Rinzino è stata
degradata. E le responsabilità vanno equamente assegnate sia al pubblico che al
privato. Il Comune è stato il primo a dare il cattivo esempio, poiché per anni
quella contrada è stata utilizzata come
discarica abusiva; i cittadini ne hanno seguito le orme conferendo lì ogni
sorta di rifiuto. Ha fatto bene Giancarlo a scegliere il bianco e nero per
queste foto: quando si inquina e si deturpa, la natura perde i suoi colori; e
le materie non biodegradabili insieme
con gli elementi inquinanti imprimono il nero marchio della morte non come
rischio ma condizione presente. La mostra di Giancarlo Romana rappresenta un
forte richiamo civile alla coscienza di tutta la cittadinanza. Non è lecito
continuare su questa via. Non è corretto maltrattare in questo modo un ambiente
naturale. Non è da persone intelligenti sciupare un bene naturalistico sì
prezioso. Occorre cambiare atteggiamento nei confronti dei rifiuti, poiché gli
schemi dei secoli passati non funzionano più, anzi producono seri danni irrimediabili.
Sono convinto che la cittadinanza debba
essere grata a Giancarlo Romana perché con queste quattro foto ci ha aperto gli
occhi su una faccenda paesana molto delicata, su un problema rimosso.
Ma occorre riconoscere Il bello e il brutto
di queste foto. Giancarlo ha fatto delle belle foto che mostrano delle brutte
cose. Questo è l’enigma dell’arte fotografica: il contrasto tra bianco e nero,
tra bello e brutto, tra denuncia di una prassi e appello al cambiamento, tra
passato colpevole e futuro responsabile. Queste foto gridano la speranza di un
possibile cambiamento. Invocano una risposta, essa dipende solo dalla volontà
umana.
Luigi Romana
La
mostra di Giancarlo Romana verrà inaugurata
sabato 4 maggio 2013 alle ore 18,30
presso l’alter ego di Caltavuturo.
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